DONNE PER LE DONNE. Intervista a Luciana Sergiacomi

La maggior parte dei casi di violenza di genere si consuma tra le mura domestiche, il dramma non riguarda quindi solo le donne ma investe anche i famigliari della vittima tra cui tantissimi bambini che spesso rimangono vittime invisibili.

Per parlare di questo tema delicatissimo abbiamo incontrato Luciana Sergiacomi

  • Chi è Luciana Sergiacomi?

Laureata in giurisprudenza presso l’Università la Sapienza di Roma con specializzazione in Criminologia clinica e Psichiatria forense Università la Sapienza di Roma con Master biennale in Mediazione familiare riconosciuto dal Forum Europeo di Formazione e ricerca in mediazione familiare.

Ha prestato consulenza legale presso il consultorio familiare Ussl.16 di Padova Distretto N. 5

E’ curatore dei minori su nomina del Tribunale per i minorenni di Venezia

E’ stata Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni di Venezia

Socio fondatore della Camera minorile di Padova aderente alla Unione Nazionale delle Camere minorili si occupa di tutela dei diritti dei minori, diritti delle persone e della famiglia. Ha collaborato all’Osservatorio sulla giustizia minorile. Coordina percorsi formativi nelle scuole d’infanzia, medie e superiori sull’educazione di genere e sulla legalità. Componente del Commissione Pari Opportunità Ragione Veneto e dal 2019 Presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Padova.

 

  • Da sempre si occupa della tutela dei diritti dei soggetti più deboli, un lavoro delicato e coraggioso. Come nasce questa sua vocazione?

Nasce dall’interesse per le persone, dalla curiosità di conoscere le loro storie ed il loro “sentire”. Ho sempre voluto essere un’avvocata e la mia formazione si è svolta inizialmente nell’ambito del diritto penale, quindi nell’ambito di una branca del diritto in cui necessariamente la persona è al centro. La specializzazione in Criminologia e psichiatria forense ha decisamente influenzato e indirizzato il mio modo di pensare e di intendere la professione. Queste competenze sono poi mi sono state ancora più utili nell’ambito del diritto di famiglia e nel diritto minorile.

 

  • L’escalation di violenze in ambito famigliare fa pensare che la famiglia, intesa come istituzione sociale, sia profondamente in crisi. Dal suo punto di vista, sono effettivamente aumentati i conflitti famigliari rispetto al passato oppure questi emergono perché sono cambiati i ruoli al suo interno?

La famiglia come tutte le cose è in continua trasformazione e rispecchia il cambiare dei tempi e delle persone che la compongono. Il diritto che prima “lambiva” le problematiche familiari via via nel tempo è entrato sempre più a fondo ad occuparsi di queste problematiche.

I conflitti familiari in passato rimanevano all’interno delle mura domestiche e le leggi proteggevano sicuramente gli uomini, la causa d’onore era un attenuante per i delitti più efferati, il matrimonio riparatore “sanava” rapimenti, atti di violenza e stupri, l’ impossibilità per le donne di lasciare la casa senza incorrere nel disprezzo sociale e senza perdere i figli le teneva soggiogate e mute.

Oggi sono certamente cambiate le posizioni, gli equilibri ed i ruoli. Questo da un lato è ovviamente positivo perché la donna non è più in una posizione morale e giuridica di sudditanza, dall’altro comporta  conseguenze in quanto gli uomini sono rimasti comunque ancora legati ai vecchi modelli “patriarcali” e quindi le coppie vanno in crisi ,  la famiglia si disgrega più facilmente e nonostante i diritti acquisiti e l’emancipazione sono sempre più fragili le persone che compongono la famiglia. Molto spesso ci troviamo di fronte a “embrioni di famiglia”  a cui manca la capacità di crescere. Manca la capacità di affrontare e superare insieme le difficoltà che la vita di ognuno incontra. Liliana Segre ha parlato di adulti “molli” ecco si percepisce proprio questo: adulti molli che credono di avere solo diritti e nessun dovere e non sanno gestire la frustrazione.

 

  • I dati sulla violenza subita dalle donne in Italia sono spaventosi ma lo sono ancora di più se pensiamo che moltissime di queste donne hanno o avevano dei figli di cui si parla poco. Save the Children stima che negli ultimi 5 anni ci siano stati 427.000 minori che hanno assistito a violenza domestica nei confronti delle proprie mamme. Qual è la sua esperienza in merito?

Quello della violenza assistita dai figli è un problema gravissimo e non solo per quanto riguarda gli episodi di violenza fisica sulle donne e sulle madri, ma anche riguardo la violenza psicologica che scaturisce dalla conflittualità familiare e che genera modalità educative devastanti.

 

  • Le condanne o detenzioni più severe potrebbero essere un deterrente?

E’ necessario cambiare punto di osservazione rispetto al fenomeno della violenza. Il problema non si risolve a posteriori applicando pene più gravi, (non funziona per nessun tipo di reato) si risolve a monte affrontando le cause che provocano gli episodi di violenza e quindi prevenendo il fenomeno. Occorre allontanarsi al primo gesto o anche atteggiamento violento, è necessario non indugiare, non rimandare, non sperare di farcela da sole a cambiare la situazione. Quando si arriva al punto di dover denunciare è già troppo tardi anche perchè la risposta giurisdizionale non ha tempi realmente all’altezza dell’urgenza degli interventi.

 

  • Parlando di prevenzione, quale secondo lei potrebbe essere una ricetta efficace contro la violenza sui minori e sulle donne?

Non esistono purtroppo ricette, però per prima cosa occorre interrompere il terribile gioco della “delega” : ognuno dovrebbe riappropriarsi dei propri compiti: i genitori dovrebbero riprendere ad educare i bambini ed i ragazzi al rispetto delle regole e comprendere che questa è la prima forma per dimostrare loro amore; gli insegnanti dovrebbero affiancare i genitori in questo compito sviluppando nei giovani una dimensione “ sociale”  l’ interesse per il mondo, per la storia passata per la realtà  presente e dovrebbero stimolare la crescita di capacità di riflessione e autodeterminazione . Per affrontare e arginare gli episodi di violenza quando si verificano occorrono ovviamente a livello sociale, economico e quindi politico risorse umane e finanziarie idonee ad attuare le misure di intervento previste (sulla carta) dalle leggi.

 

  • La cucina è per le famiglie il luogo della condivisione e dell’accudimento. A lei piace cucinare? Ha una ricetta che le sta particolarmente a cuore?

La mia cucina è la stanza più affollata della casa spesso mi capita di dire “uscite e andate a sedervi di là…”, qualcuno mi ha consigliato di abbattere la parete che divide le due stanze.

Una ricetta … semplice e veloce

Faraona con le mele

Ingredienti:

1 faraona tagliata alla cacciatora

pancetta fresca a pezzettoni (più o meno lo stesso peso faraona )

1 cipolla, salvia qb

2 mele renette

olio d’oliva

vino bianco

sale

In un tegame o una pentola larga, comoda con buon fondo (non inaderente!) saltare e rosolare faraona con la pancetta la cipolla e la salvia

salare

aggiungere le mele renette tagliate a pezzettoni

quando il tutto è ben rosolato bagnare con abbondante vino bianco

portare a cottura coprendo con coperchio o stagnola aggiungendo un po’ di brodo se necessario e muovendo il fondo.

 


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