DONNE PER LE DONNE. Intervista a Milvia Boselli

 

Abbiamo incontrato Milvia al Caffè Pedrocchi per parlare del prossimo evento e intervistarla nel ruolo di donna, scienziata e politica riguardo al drammatico fenomeno della violenza sulle donne, contro il quale ha combattuto innumerevoli battaglie.

  • Chi è Milvia Boselli?

Biologa, docente a contratto presso l’Università di Padova per l’insegnamento di “Igiene e Legislazione sanitaria” nel corso di Laurea Magistrale in Biologia Sanitaria.

Impegnata in attività di ricerca nel campo dell’ecologia umana, partecipa al Progetto di ricerca in Himalaya Ev-K2-CNR, studiando la qualità delle risorse idriche e l’interazione con la salute delle popolazioni della valle dell’Everest (Nepal).

Per molti anni è stata parlamentare, consigliera e assessora del Comune di Padova e si è occupata di ambiente e diritti delle donne.

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  • Da anni si occupa di diritti delle donne, quali altri progetti rivolti alle donne la vedono impegnata attualmente?

Dal marzo 2019 sono componente della Commissione Pari Opportunità, le Politiche di Genere e i Diritti Civili del Comune di Padova, sono socia dell’Associazione Pari e Uguali, del Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere, del Comitato Nazionale “Lina Merlin” e coordinatrice del Comitato SeNonOraQuando di Padova.

 

  • Guardando al passato quale battaglia tra le tante a favore delle donne ricorda con soddisfazione’.

Mi sono impegnata, in particolare, sui temi della discriminazione e della violenza di genere, promuovendo a Padova una rete di Associazioni e Istituzioni unite per rispondere alle esigenze di accoglienza, tutela, protezione, sostegno, reinserimento sociale ed economico delle donne e dei minori che vivono in una situazione di violenza e per l’apertura della casa di fuga e di quella di seconda accoglienza.

Ho, inoltre, promosso e sostenuto azioni di sensibilizzazione per la tutela delle donne e dei minori, di diffusione nelle scuole della cultura del rispetto delle differenze, di contrasto a ogni forma di discriminazione diretta e indiretta e di una cultura della pace.

 

  • Come è cambiata negli ultimi trent’anni la condizione delle donne sul fronte dei diritti della persona e la tutela contro la violenza?

La violenza contro le donne è un fenomeno mondiale, ancora non sufficientemente riconosciuto e denunciato.

ONU e UE definiscono la violenza di genere “ una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e possesso da parte del genere maschile su quello femminile”.

Si presenta come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, nella maggior parte dei casi ripetuta, nel 90% dei casi non denunciata.

Il Codice  penale del 1930 (Rocco), in vigore nel nostro Paese fino a un passato davvero prossimo, collocava i reati sessuali tra i reati contro la morale pubblica e il buon costume.

Nei processi, che normalmente avvenivano a porte chiuse, il giudice non accertava se ci fosse stata una lesione della libertà sessuale della donna ma una lesione alla morale pubblica.

Solo nel 1996, dopo una lunga battaglia alla quale ho preso parte anch’io come donna e parlamentare, fu approvata la legge n. 66 che classifica il reato di violenza sessuale come grave crimine contro la persona.

Successivamente, sono state approvate altre importanti leggi ma queste, pur necessarie, non sono sufficienti e devono essere parte di un disegno più ampio, che coinvolge l’educazione e la cultura.

 

  • Pensando alla ragazza che è stata negli anni ’70 cosa si sentirebbe di dire a una ragazza nata nel 2000?

Dico alle giovani donne di tenere la guardia alta perché il cammino verso la parità di genere è ancora lungo e di non dare mai per scontati i diritti conquistati.

Nonostante importanti leggi e nonostante molte donne abbiano raggiunto i più alti livelli d’istruzione, siano entrate nel mercato del lavoro e abbiano assunto ruoli importanti nella vita pubblica, le diseguaglianze di genere permangono ed emergono persistenti difficoltà nel nostro Paese:

Sottorappresentate nel mercato del lavoro: 52,5% (media europea 66,5%).

Sottorappresentate nelle posizioni apicali: oggi, dopo legge 120/2011 nei CdA delle società quotate da 6% al 23%;

Persiste un grave divario retributivo: 5,5% in meno rispetto agli uomini.

Sottorappresentate nei luoghi delle decisioni: in Parlamento, circa il 35%, percentuale, tra le più basse in Europa e nel mondo. Solo una Presidente di Regione e meno del 15% le sindache.

Siamo oggi in presenza di una pericolosa retrocessione nel campo dei diritti, al tentativo reiterato di mettere in discussione la legge 194 e di cancellare il lungo cammino di conquiste sui diritti dei movimenti femminili e femministi degli anni ’70. Cammino che è importante ripercorrere per trasmettere alle giovani generazioni la storia e il valore di quelle conquiste delle donne.

“Mai arrendersi, mai smettere di lottare”, (Emmeline Pankhurst, leader delle suffragette inglesi principale nei primi anni del ‘900).

 

  • Oggi ci sono molte più donne al governo rispetto al passato. Avremo mai in Italia un Presidente donna?

Nel passato abbiamo avuto Presidenti della Camera (Nilde Iotti, Irene Pivetti, Laura Boldrini), dal 2018 la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal dicembre 2019 la Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia ma ancora nessuna donna Presidente della Repubblica o del Consiglio. A differenza di molti Paesi in Europa e nel mondo.

Porto come esempio il Nepal, piccolo Paese Himalayano dove, dal 1992, svolgo ricerche scientifiche in campo ambientale, nel laboratorio italiano a forma di piramide collocata a 5.050 metri alla base dell’Everest. Nel 1992, quando sono andata la prima volta, il tasso di alfabetizzazione delle donne era del 18%, (52%, degli uomini) oggi è del 78,4% (87,6% degli uomini.)

Dal 2013, il 33% dei deputati è donna (5% nel 1992) e, dall’ottobre 2015, la Presidente della Repubblica del Nepal è Bidhya Bhandari, una donna da sempre impegnata per i diritti delle donne.

 

  • Parliamo di ricette: tra le tante possibili e necessarie per porre fine alla tragedia del femminicidio, da politica e biologa quale si sente di dare?

Nonostante siano state approvate importanti leggi di contrasto al fenomeno della violenza di genere, permane ancora oggi una sottovalutazione del reato e non esiste una rete adeguata di servizi per l’accoglienza e il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza.

Sono necessari un grande cambiamento culturale e una nuova responsabilità sociale verso le donne, dalla scuola al sistema dei media. Occorre ripensare parole, linguaggi, ruoli e identità e promuovere la cultura di genere a tutti i livelli dell’educazione.

Si tratta di una grande battaglia di civiltà che dobbiamo combattere tutti, donne e uomini insieme, per cancellare stereotipi, discriminazioni, violenze e per costruire un Paese che punti sulle donne, la loro intelligenza, le loro competenze, i loro talenti e i loro saperi.

Un Paese che consideri le differenze di genere come valore.

 

  • Milvia, sappiamo che ama la buona cucina un po’ meno cucinare, ma c’è un piatto a cui è particolarmente legata?

Sono nata a Reggio Emilia e tra i primi piatti sono particolarmente legata ai tortelli di zucca, come quelli che faceva mia nonna, di pasta all’uovo fatta in casa con ripieno di zucca, cotta al forno, parmigiano reggiano grattugiato e biscotti secchi sbriciolati, conditi con burro e parmigiano reggiano.

Questo è un piatto straordinario della tradizione italiana se volete  assaggiarlo e portarvi a casa la ricetta dovete venire alla cena di solidarietà il 6 marzo 2020.


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